ACQUA VENETA SUPERA I LIMITI DI INQUINAMENTO. I CITTADINI LO SANNO?

Uno studio dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sulla sostenibilità ambientale e la contaminazione da pesticidi che sarà presentato nell'ottobre 2016 a Roma, in occasione della settima edizione del convegno internazionale per le statistiche in agricoltura (Icas), delinea uno scenario allarmante per quanto riguarda l'inquinamento da pesticidi: utilizzati da decenni nelle coltivazioni di frutta e verdura, si sono ormai infiltrati nel terreno a tal punto d'aver hanno inquinato i pozzi e le falde acquifere, avvelenando di fatto l'acqua che beviamo.
Nel bacino del Po che scorre per tutta la pianura padana ed anche in Veneto, si ritrovano ingenti quantità di atrazina, un diserbante usato sin dagli anni ’60, poi vietato nel 1992, e sostituito con un altro della stessa famiglia e con caratteristiche simili, la terbutilazina, (sostanza vietata nel 2010 e poi rimessa in commercio), ancora oggi molto utilizzato dagli agricoltori.
Per garantire la salute dell'uomo e la protezione dell'ambiente, la normativa per la tutela delle acque dall'inquinamento è basata sul rispetto di limiti di concentrazioni considerati accettabili; tuttavia, non sempre i limiti sono cautelativi: alcune sostanze, infatti, come la terbutilazina, sono «senza soglia» di sicurezza, nel senso che non v’è una concentrazione minima che sia considerata innocua, anche bassissime concentrazioni sono ugualmente pericolose per la salute dell'uomo.
I controlli hanno permesso di evidenziare 224 sostanze diverse, numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti: gli erbicidi sono ancora le sostanze più presenti, mentre è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi.
I pozzi dell'acqua dai quali poi attingono i cittadini delle regioni del Nord e Nord-Est, quindi, sono ancora molto inquinati e questi erbicidi si ritrovano nell'acqua che si beve.
Gli scienziati spiegano che tali sostanze, se assunte dall'uomo, provocano l'alterazione del funzionamento del sistema endocrino con possibile insorgenza di gravi patologie per chi assume la sostanza e anche per i propri nascituri
VIENE DA CHIEDERSI SE I CITTADINI LO SANNO E SONO AL CORRENTE DEI RISCHI PER LA SALUTE?
Bisogna impedire che la situazione si aggravi e bisogna agire rapidamente, infatti, ho depositato un interrogazione ai Ministri dell'Ambiente, della Salute e delle Politiche Agricole nella quale chiedo quali provvedimenti intendano adottare per evitare l'avvelenamento delle acque, degli alimenti e la contaminazione delle persone e quali politiche intendano assumere per sensibilizzare i cittadini relativamente a questi inquinanti e quali azioni intendano attuare per bandire tali sostanze ed, infine, provvedere alla bonifica-messa in sicurezza degli acquedotti per uso umano.
Qui il link alla mia interrogazione