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Tancredi Turco

Tancredi Turco

II COMMISSIONE GIUSTIZIA COMITATO PER LA LEGISLAZIONE CONSIGLIO DI GIURISDIZIONE COMITATO PARLAMENTARE PER I PROCEDIMENTI DI ACCUSA
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  • LA CANAPA INDUSTRIALE: CONVEGNI A PORDENONE, PORTOGRUARO, PORCIA E MELILLI
  • LA CANAPA INDUSTRIALE: CONVEGNI A PORDENONE, PORTOGRUARO, PORCIA E MELILLI

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    La coltivazione a scopi indutriali della canapa rappresenta un modello di sviluppo sostenibile che comporta la riduzione dell’inquinamento ambientale grazie alla fito-depurazione dei terreni, l’abbattimento delle emissioni di gas serra per mezzo del grande volume di sequestro di CO2 della pianta, e rappresenta propriamente un’economia sostenibile in scala globale capace di generare numerosissimi posti di lavoro in tutti i settori della coltivazione, trasformazione e produzione di derivati.

    Il 1° febbraio, il 4 marzo e il 1 ottobre 2016 e il 29 aprile 2017 ho partecipato a quattro convegni che si sono tenuti a Pordenone, Portogruaro, Porcia e Melilli sulla riscoperta della coltivazione della canapa industriale, organizzati da Alternativa Libera, presenti tra i vari relatori i parlamentari Samuele Segoni di AL, Giuseppe Civati, Serena Pellegrino di Sel e Giorgio Zanin del Partito democratico, con la partecipazione dei rappresentanti della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia e di Pordenone.

    La sostenibilità ambientale è il punto di forza principale della coltura di questa grandiosa pianta che è la cannabis sativa, dopo oltre mezzo secolo di abbandono, in Italia c’è una riscoperta della canapa come pianta dai numerosissimi utilizzi e che ha visto l'Italia negli anni ‘30 quale secondo produttore al mondo, per quantità ed il primo per qualità delle fibre di canapa.

    Dagli anni ’60, anche in Italia, le legislazioni repressive volte a punire  l’utilizzo e la diffusione di sostanze stupefacenti o psicotrope sono state accompagnate da una campagna d’informazione di massa che associava, più o meno volontariamente, alla “canapa industriale” la “cannabis” dagli  effetti allucinogeni.

    Unitamente a ciò la pressione di alcune potenti lobbies, soprattutto petrolifere, vedevano in questa coltura un ostacolo alla diffusione dei derivati dal petrolio che loro commercializzavano: combustibili fossili, plastiche e fibre sintetiche, hanno finito per dominare, segnando la fine della coltivazione della canapa industriale.

    Un retaggio di tale ideologia è ben rappresentato dall'attuale legislazione UE: piuttosto restrittiva, consente la coltivazione della canapa industriale ma solo di alcune determinate varietà, certificate, che presentino un contenuto massimo di delta-9 tetra-idro-cannabinolo (conosciuto con la formula THC - il principio attivo allucinogeno) pari allo 0,2%.

    Tenuto conto che per avere effetti allucinogeni serve una percentuale del 4-6% di THc, la percentuale dello 0,2% è molto bassa.
    Il coltivatore di canapa, perciò, seppure autorizzato ed in regola con le richieste necessarie alla coltivazione, verrà controllato dalle forze dell’ordine, le quali si recheranno periodicamente nella coltivazione per effettuare prelievi di campioni di canapa da analizzare.
    Se i campioni conterranno una percentuale di THC inferiore allo 0,2% la coltivazione risulterà in regola.

    Se, invece, la percentuale sarà maggiore il coltivatore sarà considerato un coltivatore e detentore di cannabis-stupefacente, di sostanze psicotrope ai fini di spaccio, reato aggravato anche dall’ingente numero di piante coltivate, rischiando sanzioni, anche detentive, sino a 20 anni di reclusione ai sensi dell'art. 73 del DPR 309/90, con conseguente sequestro della coltivazione e perdita dei guadagni.

    Per fortuna la Commissione Agricoltura della Camera nel novembre 2015 ha approvato un testo di legge per la regolamentazione della coltivazione della canapa industriale, prevedendo anche incentivi economici da destinare all’ampliamento della coltivazione ed allo sviluppo di filiere di trasformazione locali.
    Auspichiamo tutti, quindi, un’approvazione rapida di questa legge da parte del Senato.

    La sua entrata in vigore segnerebbe un “nuovo inizio” per la coltivazione italiana di canapa e, come sappiamo, aprirebbe le porte anche a diverse attività di trasformazione e produzione di materiali nei settori più diversi, quali: alimentare, industriale, tecnologico, combustibile, edile, cosmetico, medico.

    Avrebbe quindi il grande merito di consentire uno sviluppo di tutto il settore, dall’ampliamento delle varietà coltivabili, al mantenimento della biodiversità di specie autoctone, sino allo sviluppo delle filiere della trasformazione e produzione dei prodotti derivati dalla canapa con ovvi e prevedibili ritorni occupazionali ed economici per tutti i soggetti coinvolti nella filiera di produzione trasformazione e commercio del canapa.

    Nel campo alimentare ricordiamo che dalla spremitura dei semi di canapa si ottiene un olio dalle qualità eccezionali con un apporto di proteine pari al 20/25%, di tutti e 9 gli amminoacidi essenziali e di acidi grassi quali l’omega-6 e omega-3, considerato un “vaccino nutrizionale”.

    In edilizia i bio-mattoni in canapa, inoltre, conferiscono ai materiali le capacità naturali della fibra di canapa, hanno proprietà isolanti, di resistenza meccanica e di riduzione dei costi energetici per mantenere temperatura e umidità costanti, di notevole entità.

    Da 2000 anni l'uomo fabbrica la carta con la canapa che offre numerose peculiarità:
    - enorme produttività in cellulosa,
    - basso contenuto di “lignina” (che deve essere eliminata con acidi inquinanti per produrre la carta),
    - risparmio biologico ed economico dello sbiancamento della carta in quanto la fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco e non servono pertanto complessi ed inquinanti processi di sbiancatura.

    La canapa, ancora, può essere anche utilizzata quale sostituto sostenibile di molti derivati del petrolio nella produzione di bio-plastica presentando caratteristiche  di versatilità e di resistenza maggiore del polipropilene che permettono di ottenere differenti caratteristiche di biodegradabilità, riciclabilità e resistenza, senza rischi per la salute e costi per lo smaltimento del materiale.
    Passando per la produzione di bio-diesel rinnovabile al 100% passiamo al punto di forza che aveva resa famosa l'Italia le applicazioni tessili.

    La fibra di canapa ad uso tessile presenta caratteristiche uniche: fresca in estate e calda in inverno, presenta proprietà antibatteriche e antifungine ed è in grado di assorbire l’umidità del corpo, oltre ad assorbire fino al 95% dei raggi infrarossi e gli UVA.

    Io ed  i miei Colleghi di Alternativa Libera sosterremo, pertanto, l’approvazione di questa legge convinti che da una rinnovata e più diffusa possibilità di coltivazione della canapa in Italia, si possano generare importanti vantaggi di tipo ambientale, economico ed occupazionale.

    Qui il link ad un articolo di stampa

     

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