VITALIZI DEI PARLAMENTARI, BASTA PRIVILEGI!

Nel 2012 sono stati riformati i Regolamenti interni delle Camere: l'assegno vitalizio di deputati e di senatori è stato abolito e al suo posto è stato istituito un sistema di tipo previdenziale contributivo.
Tuttavia, resta l’anomalia dei parlamentari cessati dal mandato prima del 2012 che continuano oggi a percepire gli assegni vitalizi pre-riforma oltre a coloro che hanno esercitato un mandato prima di tale data, e che sono stati poi rieletti, ai quali viene applicato un sistema pro-rata, ossia basato in parte sulla quota di assegni vitalizi effettivamente maturata al 31 dicembre 2011 e in parte sulla quota calcolata con il nuovo sistema contributivo.
Questo meccanismo fa divergere il trattamento assicurato ai normali lavoratori dipendenti privilegiando eccessivamente i parlamentari.
Il parlamentare, infatti, con le regole pre-riforma, riesce a percepire a titolo di vitalizio molto di più di quanto lo stesso ha versato ai fini previdenziali.
La proposta di legge di Alternativa Libera è tesa a riequilibrare alcune disposizioni che rendono la pensione da parlamentare non in linea con quanto invece previsto per il resto dei lavoratori italiani.
Si prevede non solo l'introduzione di un sistema previdenziale identico a quello vigente per i lavoratori dipendenti, ma anche la sua estensione a tutti gli eletti, compresi coloro che attualmente beneficiano dell'assegno vitalizio, poiché maturato prima della riforma del 2012 con le regole “vecchie”.
Il trattamento previdenziale dei parlamentari viene completamente equiparato a quello dei lavoratori dipendenti e viene applicato anche ai parlamentari il requisito del raggiungimento dell’età anagrafica minima per poter richiedere il trattamento previdenziale dei sessantasei anni e sette mesi se uomini e di sessantacinque anni e sette mesi se donne.
In questo modo si riusciranno ad abolire definitivamente i trattamenti in essere basati ancora sull'iniquo sistema degli assegni vitalizi.
S’interviene inoltre sui vitalizi dei consiglieri regionali e sul trattamento previdenziale degli stessi di modo da uniformare le regole previdenziali sul territorio nazionale.
Inoltre la proposta di legge sospende il trattamento pensionistico del parlamentare in caso di elezione al parlamento nazionale o UE, o di assunzione di una carica: di Governo, di assessore, di amministratore di enti pubblici o di enti privati in controllo pubblico e di altri incarichi incompatibili definiti dalla Costituzione e dalla legge costituzionale, a prescindere dall'ammontare dell'indennità.
Infine, vengono modificate le norme relative alla pensione di reversibilità a favore dei familiari secondo quanto previsto per la generalità dei cittadini italiani.
Questa proposta di legge è rivolta a modificare radicalmente il sistema previdenziale dei parlamentari per assimilarlo ai trattamenti pensionistici di tutti i lavoratori italiani anche appartenenti a gestioni previdenziali privatizzate che oggi sono tutte uniformate sul metodo contributivo, riportando ad un sistema più equo l'attuale meccanismo dei vitalizi parlamentari.
Addio ai privilegi acquisiti attraverso l'abolizione degli attuali vitalizi e il ricalcolo degli assegni da effettuare secondo il nuovo sistema contributivo.
Qui il link alla proposta di legge per l'abolizione dei vitalizi
Qui il link ad una mia intervista apparsa sul ilfattoquotidiano.it