Cannabis - Interrogazione sulle disobbedienze civili dell'On. Rita Bernardini

Le disobbedienze civili del Segretario dei Radicali italiani iniziano ancora negli anni 90 a seguito del referendum del 1993 che depenalizzava in sostanza l'uso personale di cannabis.
Da quegli anni e per decenni vi sono state innumerevoli azioni volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul trattamento sanzionatorio riservato agli assuntori di cannabis considerati quali spacciatori e trafficanti dalla normativa penale varata negli anni 90.
L'On. Bernardini in svariate occasioni ha distribuito gratuitamente cannabis e derivati, in manifestazioni pubbliche, avvisando preventivamente le forze dell'ordine e documentando le cessioni al fine di autodenunciarsi, in segno di protesta nei confronti della legislazione eccessivamente repressiva in materia di cannabis.
Nonostante ciò, non sempre sono stati aperti procedimenti penali, altre volte volte è giunta l'assoluzione per non aver commesso il fatto, altre volte qualche condanna, in molte occasioni non si sono avute notizie di procedimenti penali.
Per esempio è passato più di un anno da quando a Foggia il Segretario dei Radicali italiani ha distribuito circa 142 grammi di cannabis provenienti dalla propria coltivazione domestica senza che sia intervenuto alcun provvedimento dell’autorità.
Da qualche giorno il Segretario dei Radicali italiani ha iniziato una nuova disobbedienza civile per sottolineare l’inutilità dell’azione repressiva nei confronti della cannabis, così come recentissimamente confermato anche dalla relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia, che palesa l’inutilità dell’azione volta alla repressione del consumo ed al traffico di cannabis, auspicando una legalizzazione della cannabis stessa.
Sembra che il governo ignori i notevoli risparmi di spesa che si otterrebbero a seguito della deflazione del carico processuale e carcerario connesso al superamento dell’attuale impostazione inutilmente ed eccessivamente repressiva, ed i potenziali ingenti guadagni che deriverebbero allo stato dalla legalizzazione della cannabis, sottraendo tali proventi alle organizzazioni criminali che oggi gestiscono il traffico di stupefacenti.
Ci si interroga se il trattamento in concreto riservato all'On. Bernardini, in ragione dell'esposizione politica e del clamore suscitato da tali manifestazioni nell’opinione pubblica sia stato eccessivamente di "favore" a dispetto di tutte le persone incarcerate per aver detenuto solo qualche grammo di cannabis.
Qui trovate il testo della mia interrogazione.
Qui trovate l’articolo dell’On. Bernardini pubblicato su Radicalparty.org.