LUPI IN LESSINIA: TUTELARNE LA PRESENZA GARANTENDO LA SICUREZZA DEGLI ABITANTI

Nei comuni dell'Alta Lessinia in provincia di Verona viene segnalata sempre più spesso una progressiva presenza di lupi che si avvicinano alle abitazioni in cerca di cibo, attratti dagli allevamenti di bestiame che insistono nella zona.
Sempre più di frequente si assiste ad attacchi ai capi di bestiame portati, specialmente nelle ore notturne, da un branco di lupi che si è insediato nella zona da qualche anno e che a quanto è dato conoscere sarebbe giunto a 13 unità; la situazione rischia di divenire via via sempre più preoccupante in quanto nell'ultimo biennio sono stati 102 i capi di bestiame predati sui monti veronesi, numero quadruplicato rispetto alle annate 2012-2013.
L'incremento del numero dei predatori costituisce per gli allevatori una crescente e concreta minaccia alla propria attività e per i cittadini che popolano le montagne del veronese una seria minaccia all'incolumità propria e della propria famiglia.
Il fenomeno è ulteriormente aggravato dalla specificità della Lessinia e dalla difficile convivenza tra esseri umani ed un branco di lupi così aggressivo.
La sua presenza sui monti veronesi della Lessinia è relativamente recente, risale, infatti, al 2012, ma viene ad interferire con l'attività di allevamento che qui è particolarmente sviluppata.
Nella situazione attuale è necessario attuare la ricerca di un punto di equilibrio fondato sulle esigenze della cittadinanza ed i valori ambientali, anche facilitando l'accesso ai rimborsi dei capi perduti da parte degli allevatori, per suddividere sulla collettività i costi della presenza di questo animale selvatico sul territorio italiano, al tempo stesso tutelandolo nella sua bio-diversità e garantendo una convivenza pacifica tra lupi ed esseri umani.
Se da un lato va assolutamente tutelato il ritorno del lupo in Lessinia, dall'altro va tutelata la sicurezza degli abitanti della zona.
L'obbiettivo della mia interrogazione n. 3/02294 era proprio quello di stimolare il Governo alla definizione di un progetto in seno al Comitato Paritetico per la Biodiversità che avesse ad oggetto la convivenza sostenibile dei cittadini che popolano le zone rurali abitate dal lupo.
I problema principale è la sensazione di abbandono che provano gli abitanti dei centri montani quando i lupi, in cerca di prede da cacciare, vengono a contatto con gli allevamenti di bestiame e con gli stessi cittadini.
Bisogna intervenire controllando il numero dei predatori, quando serve, anche attraverso sterilizzazioni ovvero spostamenti in parchi naturali pubblici o comunque in zone non abitate.
Il Ministero dell'ambiente ha risposto che sono in calendario 22 diverse azioni, tra le quali quelle di prevenzione e mitigazione dei danni al bestiame domestico e di facilitazione dell'indennizzo dei danni provocati dagli animali selvatici, di controllo del randagismo e degli ibridi, di applicazione delle deroghe al divieto di abbattimento dei lupi, di azioni anti-bracconaggio, di sensibilizzazione, divulgazione ed informazione volte all'aumento delle possibilità di convivenza dei predatori selvatici come i lupi con le attività umane e zootecniche, anche prevedendo la rimozione di singoli lupi previa decisione da prendersi in capo al Ministero dell'ambiente.
Qui il video della risposta del Sottosegretario al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Silvia Velo
Qui il video della mia risposta al Sottosegretario Silvia Velo.