Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza di navigazione. Accettando questa informativa dai il consenso al loro utilizzo. Ok Voglio saperne di più
Tancredi Turco

Tancredi Turco

II COMMISSIONE GIUSTIZIA COMITATO PER LA LEGISLAZIONE CONSIGLIO DI GIURISDIZIONE COMITATO PARLAMENTARE PER I PROCEDIMENTI DI ACCUSA
  • Home
  • Pillole
  • LA MACCHINA DEL FANGO
  • LA MACCHINA DEL FANGO

    9080

    Ritengo doveroso dare le motivazioni della mia decisione di uscire dal M5S: decisione sofferta, dolorosa, difficile ma allo stesso tempo piena di speranza.
    Voglio prima di tutto rispondere agli insulti ricevuti: molti mi attaccano per una mera questione di denaro dandomi del venduto: nulla di più falso. I motivi che hanno spinto me e gli altri colleghi a prendere questa complicata scelta sono altri. Ho restituito e rinunciato in nemmeno due anni di legislatura a circa 106.000 euro, cifra che ritengo ragguardevole.
    Risulto essere tra i più virtuosi in questo senso tra tutti i miei ex colleghi del M5S, avendo restituito il doppio rispetto ad altri.
    Ho rinunciato ad un’indennità ulteriore come componente del Consiglio di Giurisdizione (il Tribunale interno della Camera) di oltre 1.500 euro al mese, e non tutti i miei ex colleghi del M5S hanno fatto altrettanto.
    Fosse stata per una questione di soldi me ne sarei andato ancora due anni fa.
    Continuerò a restituire e rinunciare ad una parte del mio stipendio da parlamentare esattamente come facevo prima, io come tutti gli altri.
    Sul sito tirendiconto.it, dove si può controllare la rendicontazione di ogni parlamentare del M5S ero tra i più avanti, prima che mi cancellassero perché non si vedessero le differenze, ma ci sta, fa parte del gioco.
    Ci accusano di voler fare da stampella al Governo: nulla di più falso, siamo e rimarremo all’opposizione.
    Ci accusano di voler votare il Presidente della Repubblica frutto del patto del Nazareno: altra falsità: non credo che i 9 voti dei fuoriusciti possano essere rilevanti in tal senso, mi sembra evidente.
    Le ragioni della mia decisione, comuni agli altri colleghi, sono ovviamente altre.
    Vogliamo fare politica in maniera nuova, senza nasconderci dietro inutili slogan come “siete circondati” o “apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno”.
    Vogliamo una vera democrazia diretta, secondo quelli che erano gli ideali iniziali del movimento.
    Non vogliamo essere una forza di opposizione unicamente distruttiva, nascondendo e mortificando le nostre pur buone e tante proposte, solo perché è più facile fare un’opposizione becera e casinista.
    Rimanere in un movimento dove un direttorio di nominati dall’alto sceglie per tutti, dove su di un blog si ratificano decisioni prese altrove, dove si nega il dibattito e il pluralismo mortificandoli con espulsioni senza senso e senza appello non solo di parlamentari, ma di interi meetup, non era più tollerabile.
    Non siamo noi ad aver tradito gli ideali e i principi del movimento, semmai il contrario.
    Leggo che oggi sul blog di Grillo si faranno le “quirinarie”: bene, è una nostra vittoria, senza la nostra uscita e le nostre critiche non ci sarebbero nemmeno state.
    Alle consultazioni per il Presidente della Repubblica è necessario andare, altrimenti non ha senso stare nelle istituzioni: allora meglio stare fuori dal Parlamento ad urlare e basta.
    Tutte queste criticità le ho denunciate più e più volte, senza mai ricevere una risposta.
    L’assemblea dei parlamentari 5 stelle ormai non decide più nulla, alla faccia della democrazia. Gli attivisti non vengono più interpellati, e sono di conseguenza drasticamente diminuiti.
    Se avessi pensato al mio quieto vivere e al mio tornaconto personale non me ne sarei andato, ma sarei rimasto, in modo da meritarmi la poltrona per il secondo mandato.
    Ho scelto la coerenza verso quelle promesse che avevo fatto in campagna elettorale, rifiutandomi di far parte di un movimento che ormai è a tutti gli effetti un partito con le proprie dinamiche interne, le gelosie, le invidie, le gerarchie.
    “Uno vale uno”, “nessuno deve rimanere indietro”, “voteremo i provvedimenti che riterremo buoni”, sono ormai slogan privi di qualsiasi fondamento.
    Ho conosciuto in questi ultimi anni degli attivisti che sono delle persone splendide, oneste e sincere e a loro va tutto il mio ringraziamento.
    Altri preferiscono commentare senza informarsi e senza cercare di capire, limitadandosi ad insultare: è la macchina del fango.

    Devi autorizzare l'installazione dei cookie per visualizzare i commenti